Prestiti subito con la legge 104: chi ne ha diritto e come funzionano

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Le categorie di persone che vengono contemplate nella legge 104, si ritengono legittimate anche a beneficiare di una serie di formule di prestito, che si distinguono per offrire numerosi vantaggi. Ognuna delle soluzioni si distingue per garantire la soddisfazione di necessità derivanti dalla condizione di handicap. La legge dispone che gli invalidi abbiano la possibilità di ricevere diverse agevolazioni in ambito medico sanitario nonché dal punto di vista fiscale ed economico. Le previsioni normative a tutela degli interessati, raccolte nella legge 104, possono essere fatte valere anche dai familiari. Purché questi ultimi risultino coinvolti nella cura e nella gestione della persona con disabilità.

  • Al fine di ottenere le varie agevolazioni previste dalla legge 104, è necessario tuttavia che si accerti la condizione di disabilità. L’iter prevede prima di tutto la redazione di un certificato, da parte del medico curante, attraverso cui si rileva la menomazione. Dopodiché lo stesso documento si deve inviare all’Inps. L’istituto, a sua volta, ha l’obbligo di organizzare una visita. Che consiste nel promuovere una verifica compiuta da parte di una commissione medica, al fine di accertare o meno l’esistenza dell’invalidità.
  • La verifica è ammesso che si effettui anche presso l’abitazione dell’interessato, qualora quest’ultimo non risulti in grado di muoversi. Successivamente, se si dovessero confermare i risultati della visita compiuta all’inizio da parte del medico curante, la commissione avrebbe l’obbligo di stilare un apposito verbale, attraverso il quale la persona invalida verrebbe inserita formalmente nel regime normativo della legge 104. 

I prestiti con la legge 104: la cessione del quinto

La possibilità di ottenere dei prestiti in maniera rapida e a condizioni favorevoli, da parte di coloro che rientrano tra le categorie protette previste dalla legge 104, scaturisce da una convezione che numerosi istituti di credito hanno stipulato con l’Inps. L’intesa è nata in seguito ad un’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Disabili Italiani, allo scopo di facilitare l’accesso al credito alle persone con disabilità. Per essere pienamente legittimati a beneficiare di un prestito agevolato è indispensabile di conseguenza risultare iscritti all’associazione. Ma non solo. L’istituto di credito convenzionato, per poter concedere il finanziamento, deve rilevare la sussistenza anche di altri requisiti. Ci si riferisce in particolare all’esistenza di una condizione di invalidità civile superiore al 74% e al riconoscimento delle agevolazioni contenute nella legge. Si ritiene nondimeno rilevante un’altra previsione normativa, relativa al reddito. Che impone di non ricevere soltanto la pensione di invalidità.

Quest’ultimo requisito si considera fondamentale. In quanto la pensione di invalidità rappresenta soltanto un contributo, finalizzato ad alleggerire le difficoltà di coloro che si trovano in condizioni di precarietà economica. Pertanto, sotto il profilo giuridico, si deve considerare un reddito non cedibile. La banca, al fine di concedere il prestito, deve quindi ricevere anche altre garanzie. Che sono rintracciabili nella ricezione, da parte del richiedente, di una pensione di reversibilità o di un normale salario. A proposito della fattispecie di prestito, solitamente si opta per la cessione del quinto. Che prevede l’esistenza di uno stipendio solido o di una pensione. Con questa formula si prevede che l’ente previdenziale, oppure chi eroga il salario, detragga ogni mese la cifra corrispondente al valore della rata e la dirotti verso l’istituto di credito che ha erogato il prestito: il prezzo di ogni rata non deve mai superare un quinto del valore netto dello stipendio o della pensione.

Il prestito personale

Qualora si chiedesse un finanziamento secondo la formula del prestito personale, esisterebbe la possibilità di scegliere tra diverse soluzioni assai convenienti. Si tratta nella maggior parte dei casi di prestiti concepiti per affrontare le spese sanitarie, l’acquisto di accessori per la mobilità e quant’altro rientri nel bisogno di chi versa in una condizione di disabilità. Di solito si tratta di finanziamenti che coprono la spesa complessiva che si desidera affrontare. In ogni caso il limite massimo è posto nella cifra di venticinquemila euro, con un piano di rimborso di durata decennale, sottoposto a dei tassi vantaggiosi. Diverse soluzioni proposte da illustri istituti di credito si distinguono per finanziare dei progetti veri e propri. Che comportano per esempio la costruzione di strutture, finalizzate a facilitare la mobilità dell’invalido o a migliorare il luogo dove trascorre la maggior parte del tempo.

  • Si ricorda che coloro che rientrano nel regime normativo della legge 104 si considerano legittimati a chiedere anche il cosiddetto prestito della speranza, promosso dalla Caritas. Si tratta di una soluzione che è frutto della collaborazione tra la Cei e l’associazione bancaria italiana. In pratica, in occasione della richiesta di un prestito, si mette a disposizione un fondo di garanzia, nei confronti dell’istituto di credito che eroga il finanziamento. E’ una misura che si rivolge a diverse categorie di individui, che risultano svantaggiati sotto diversi punti di vista. Tra le categorie ritenute ammissibili nell’attivazione della procedura si annoverano quindi anche gli invalidi e chi ne ha la gestione. Purché si dimostri l’esistenza di una situazione di difficoltà economica.

La presentazione della domanda

La richiesta di prestito, qualsiasi soluzione si scelga, avviene sempre mediante l’Inps. Che si impegna a valutare la sussistenza dei requisiti e una condizione reddituale adeguata di chi avanza la richiesta. Siccome si tratta di formule di prestito non finalizzato, non è indispensabile fornire delle specifiche motivazioni, da porre a fondamento dell’stanza. Qualora venisse accettata la domanda, l’istituto di credito coinvolto procederebbe a versare la cifra concordata sul conto del beneficiario.

Le formule di prestito sono davvero numerose. La gran parte di esse, come si è potuto osservare, sono congegnate per andare incontro ai particolari bisogni di coloro che soggiacciono in uno stato di invalidità o menomazione. Si tratta di formule che agevolano l’acquisto di ogni tipologia di oggetto, in grado di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dell’interessato.

Il Plafond Casa

Nel caso in cui all’interno di un nucleo famigliare si rilevi la presenza di uno o più disabili, sarebbe possibile utilizzare la formula del Plafond Casa, in occasione dell’acquisto di un immobile. Coloro che sono ritenuti legittimati ad attivare questa procedura sono anche le giovani coppie e le famiglie numerose. Si tratta certamente di una misura ricca di vantaggi, nata dalla collaborazione tra la cassa deposito e prestiti e l’associazione bancaria italiana. Che hanno cercato di permettere a punto una formula di mutuo a condizioni agevolate. Dal punto di vista giuridico, si tratta di mutui ipotecari. Dunque il finanziamento deve essere garantito da un’ipoteca iscritta su un bene immobile di proprietà del mutuatario o di un terzo datore di ipoteca. La formalizzazione dell’ipoteca avviene tramite notaio. La durata del piano di ammortamento è compresa invece tra cinque e trent’anni.

  • L’aspetto favorevole della soluzione di mutuo in esame, si rileva in particolar modo per i tassi favorevoli, sia nel caso si scegliesse il tasso variabile sia qualora si optasse per il tasso variabile. I mutui concessi con le agevolazioni di cui sopra devono avere delle finalità ben precise. Si devono rivolgere verso l’acquisto di immobili residenziali, la cui classe energetica deve risultare non oltre la C. A tal proposito si ritiene rilevante anche se non indispensabile che l’immobile corrisponda alla prima casa. Oppure il mutuo può riguardare l’esecuzione di lavori di ristrutturazione, che comportano il miglioramento dell’efficienza energetica dell’appartamento o della casa.

Le caratteristiche dei mutui Plafond Casa

Con questa tipologia di mutui è possibile richiedere fino a centomila euro per i lavori che comportano il rinnovamento degli impianti di distribuzione energetica. La durata di tale soluzione non deve superare dieci anni. Mentre si può arrivare fino a duecentocinquanta euro per la rilevazione di abitazioni, appartenenti alle seguenti classi energetiche: A,B o C. Ma è ammissibile fare una richiesta di una somma addirittura superiore, con un limite massimo di trecentocinquantamila euro, quando si ha l’obiettivo di acquisire e allo stesso tempo migliorare l’efficienza energetica di un abitazione. La durata dei mutui varia a seconda del tipo di attività che si desidera compiere con il finanziamento. Nelle due ultime ipotesi, il piano di rimborso può durare per un periodo compreso tra venti e trent’anni. Le rate, salvo che in sede contrattuale venga deciso diversamente, nella si pagano ogni sei mesi.

  • Le agevolazioni che derivano da questa formula risultano a livello contrattuale. Nello specifico riguardano l’eliminazione degli oneri finanziari e la diminuzione delle spese di istruttoria. Il beneficiario è inoltre legittimato a godere di una serie di esenzioni. Che si riferiscono all’imposta catastale e di bollo. Nonché all’imposta ipotecaria, di registro e sostitutiva. Alla stessa maniera i beneficiari risultano dispensati dal sostenere le spese relative alle varie imposte indirette.

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