Indice dei contenuti
- 1 Le caratteristiche del fondo sostegno natalità
- 2 Le garanzia del Fondo
- 3 Come si effettua la domanda?
- 4 Quando è possibile beneficiare di ulteriori agevolazioni?
- 5 L'estinzione del debito
La legge di bilancio del 2017 ha introdotto uno strumento di notevole importanza, grazie a cui è possibile facilitare l’accesso al credito ai nuclei familiari che hanno appena avuto un bambino. La misura è stata denominata fondo sostegno natalità. In pratica si tratta di prestiti che vengono concessi a condizioni agevolate. Per poterne beneficiare tuttavia è necessario vantare il possesso di determinati requisiti. La formula si ritiene valida anche per coloro che hanno adottato un figlio. I finanziamenti si caratterizzano per essere concessi piuttosto facilmente, in quanto lo Stato si offre come garante. Gli enti creditizi si sentono tutelati al massimo grado, anche in virtù di convenzioni cui aderiscono. I vantaggi concessi a chi beneficia del prestito sono rilevabili in occasione del piano di ammortamento. Che risulta costituito di rate da affrontare con dei tassi di interesse decisamente contenuti.
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- Al fine di essere pienamente legittimati a beneficiare della misura in questione, è necessario che la propria residenza sia all’interno del territorio italiano. Qualora si fosse stranieri, eventualmente extracomunitari, sarebbe necessario promuovere una richiesta esibendo il permesso di soggiorno. Oltretutto andrebbe anche dimostrata la residenza nel nostro Paese. Si ricorda invece che la presentazione della domanda e tutte le documentazioni correlate, deve avvenire entro il 30 giugno dell’anno successivo alla nascita del bambino o al momento in cui si è compiuta l’adozione. In quest’ultimo caso si il momento determinante si considera corrispondente all’emissione del provvedimento di adozione.
Le caratteristiche del fondo sostegno natalità
La misura in esame consente di beneficiare di un finanziamento agevolato, che in molte circostanze risulta davvero indispensabile. In quanto le famiglie che hanno appena avuto un bambino, o che lo hanno adottato, si trovano a dover sostenere delle spese maggiori rispetto al solito. E non tutti i coniugi, o conviventi, si trovano in condizioni economiche sufficientemente solide, soprattutto se molto giovani. In quando i contratti di lavoro spesso sono precari e non consentono di fare programmi di lunga durata. Quindi ci si trova praticamente obbligati a richiedere un prestito in situazioni del genere. Il finanziamento secondo la formula del fondo sostegno natalità è sicuramente vantaggioso. Perché la procedura risulta snella e priva di particolari ostacoli. La cifra massima che si può ottenere è posta a diecimila euro.
- Si considera un finanziamento non finalizzato. Per cui non è necessario motivare la richiesta, né si è obbligati ad utilizzare il danaro per finalità specifiche. La misura tuttavia non si ritiene applicabile in maniera cumulativa. Nel senso che il finanziamento è concepito soltanto per ogni nato o adottato. Ciò non esclude l’ipotesi che per ogni nuova nascita si possa promuovere la medesima richiesta. Per quanto riguarda la durata del piano di ammortamento, deve avvenire entro un lasso di tempo minimo di un anno ed uno massimo di sette anni. In questa maniera si concede l’opportunità di scegliere il periodo più opportuno in relazione alle proprie necessità.
Le garanzia del Fondo
Come si è accennato in precedenza, lo Stato offre la garanzia del Fondo nei confronti dell’ente creditizio che eroga il prestito. La copertura tuttavia non può superare il 50% del capitale finanziato. La garanzia è incondizionata e soprattutto inderogabile per l’intera durata del prestito. Per questa ragione non possono essere richieste delle garanzie ulteriori. In ogni caso gli enti creditizi pretendono che si affronti il piano di ammortamento secondo i termini e i modi pattuiti a livello contrattuale. Ciò sta a significare che la copertura del fondo è eventuale e si attiva nel momento in cui si assiste all’emersione di situazioni problematiche, in grado di incidere sulla capacità del beneficiario di eseguire il pagamento delle rate.
Dunque non è ammesso considerare la misura come una scappatoia rispetto ai propri obblighi contrattuali. In ogni caso, in ragione dell’esistenza della garanzia statale, si concede al destinatario del prestito di sostenere il rimborso ad un tasso di interesse sicuramente favorevole. Allo scopo di poter beneficiare di questa misura tuttavia occorre rivolgersi ad una società finanziaria, ad un istituto di credito oppure ad una banca in convenzione con l’iniziativa statale. A tal riguardo, all’interno del portale telematico di riferimento, è possibile verificare quali siano gli enti creditizi aderenti nel periodo in cui si promuove l’istanza. Mentre per formalizzare il consenso all’iniziativa, da parte loro gli enti creditizi devono compilare e sottoscrivere un apposito modulo, concepito nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Associazione Bancaria Italiana.
Come si effettua la domanda?
Prima di tutto è necessario ricordare che la richiesta può essere promossa entro il terzo anno di età del bambino o dell’adottato. Presso l’ente creditizio è possibile trovare gli appositi moduli. Quindi è necessario compiere le medesime procedure che altrimenti si dovrebbero effettuare nella richiesta di un tradizionale prestito. Le uniche differenze sono rilevabili in relazione alla documentazione da rilasciare. Difatti, oltre alla carta di identità e alla tessera sanitaria, è indispensabile presentare l’atto di nascita del bambino o, nel caso si tratti di adozione, il provvedimento di adozione. Si deve poi indicare chi esercita la patria potestà genitoriale nei riguardi del minore. Nel caso risultasse condivisa la patria potestà sarebbe necessario anche indicare le generalità del soggetto coinvolto.
- A seconda della volontà dell’ente creditizio nei confronti del quale si richiede il prestito, è possibile imbattersi in differenti scelte in merito ai documenti richiesti. Alcuni enti prevedono che si possa inoltrare la domanda soltanto per via telematica. Il richiedente nella maggior parte dei casi deve fornire nondimeno una serie di certificazioni che illustrino la propria condizione reddituale. Ci si riferisce in particolare alle ultime buste paga o alla certificazione unica, nel caso si fosse un lavoratore autonomo. Alcuni enti creditizi pretendono anche il valore dell’ISEE, in relazione all’anno appena trascorso. Di modo tale da poter concedere ulteriori agevolazioni. Che di solito si applicano qualora si rilevi che il richiedente si trovi al di sotto di una soglia critica, corrispondente a quindicimila euro. In tali casi i vantaggi si riscontrerebbero nel dover sostenere un tasso non eccessivamente gravoso e nella possibilità di chiedere importi maggiori.
Quando è possibile beneficiare di ulteriori agevolazioni?
Qualora il proprio figlio nascesse con delle problematiche di salute particolari, eventualmente vittima di una malattia rara, allora sarebbe possibile godere di ulteriori agevolazioni. In casi del genere tuttavia sarebbe opportuno determinare con sicurezza la patologia, presso una struttura medica, allo scopo di ricevere una certificazione idonea. Tuttavia sono indicate in maniera tassativa, da parte del Ministero della Salute, le malattie ritenute rare. Una volta riscontrata l’esistenza di una di esse si deve esibire la certificazione che ne attesta l’esistenza, presso l’ente creditizio dove si intende richiedere il finanziamento.
I vantaggi emergono nella possibilità di scegliere un piano di rimborso più morbido, costituito di rate ad un tasso di interesse contenuto. Le agevolazioni in ogni caso verrebbero meno, nel caso in cui si risultasse ritardatari o inadempienti. In ipotesi del genere l’ente creditizio potrebbe esperire ogni tipo di azione finalizzata al recupero del credito.
L’estinzione del debito
Chi eroga il finanziamento, una volta verificata la sussistenza devi vari requisiti, dirotta la somma pattuita sul conto del beneficiario. L’estinzione del debito è previsto che avvenga anche in una soluzione unica, oppure affrontando il consueto piano di rimborso convenuto a livello contrattuale. Comunque non si ritiene ammissibile superare il limite di sette anni. Qualora si rilevassero dei ritardi o delle inadempienze l’ente creditizio sarebbe legittimato ad agire come di consueto, nei limiti dell’importo per il quale esige la restituzione. In situazioni del genere, come si è osservato in altre occasioni in questa sede, l’ente creditizio prima concede un termine entro cui pagare le rate rimanenti, superato il quale si trova costretto ad agire per vie legali.
In casi del genere è possibile ricevere un decreto ingiuntivo, nei confronti del quale, se non si facesse opposizione entro quaranta giorni dalla sua notifica, ci si troverebbe senza alcun tipo di difesa. Di conseguenza i beni del debitore verrebbero pignorati nei limiti del credito che si pretende. Quindi è buona norma, sebbene ci si possa avvalere di una procedura agevolata, con la garanzia statale fino al 50% del capitale, verificare di trovarsi in una situazione economica non eccessivamente precaria. Cosicché si possa assolvere ai propri obblighi di restituzione senza incontrare particolari ostacoli. Va inoltre sottolineato che nel caso l’ente creditizio verificasse che il prestito fosse stato concesso a seguito di dichiarazioni dissimulate o false attestazione, il prestito verrebbe immediatamente cancellato. E gli atti si trasmetterebbero alle autorità competenti.
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