Come e perché richiedere un prestito subito: domanda, fasi e informazioni utili

Indice dei contenuti

La richiesta di un prestito scaturisce per le motivazioni più disparate. Nella maggior parte dei casi è possibile affermare che si determini per il fatto che non si ha sufficiente liquidità a disposizione. E si deve affrontare una spesa urgente, che non è possibile rimandare. Ma l’esigenza potrebbe insorgere anche perché si è parte di un nucleo familiare appena costituito e si devono affrontare delle spese straordinarie per il mantenimento di un neonato. Ma di frequente la necessità di ricevere un finanziamento proviene anche quando ci si trova in situazioni di vulnerabilità economica. Oltretutto questa casistica è aumentata di recente, per via delle conseguenze delle misure restrittive, imposte per arginare la diffusione della pandemia.

A seconda delle esigenze che si hanno, nonché in base alla condizione reddituale e patrimoniale in cui ci si trova, è possibile avvalersi di determinate formule di prestito. Ognuna di esse si ritiene concepita per soddisfare determinate esigenze. L’ottenimento di un finanziamento, qualora si possedessero i diversi requisiti previsti, potrebbe avvenire in breve tempo. Altrimenti si dovrebbero attendere periodi più lunghi. Anche perché l’ente creditizio coinvolto potrebbe trovarsi nella condizione di dover approfondire il contenuto della documentazione ricevuta, al fine di poterla ritenere idonea o meno.

Come si richiede un prestito?

Prima di tutto è necessario valutare una serie di aspetti prima di formalizzare una domanda di prestito, al fine di scegliere quale soluzioni di prestito sia più vicina alle proprie esigenze. Nel caso si fosse poco avvezzi si potrebbe chiedere una consulenza ad un esperto, eventualmente un consulente finanziario. In pratica occorre considerare la propria situazione reddituale e patrimoniale, con l’obiettivo di scegliere la soluzione che si attagli maggiormente alle proprie necessità. In secondo luogo è necessario scegliere l’ente creditizio dove inoltrare la richiesta di finanziamento. Quindi ci si deve recare presso una banca, un istituto di credito oppure una società finanziaria. Le procedure si possono compiere anche esclusivamente per via telematica. Non si ritiene obbligatorio, sebbene rappresenti una comodità, inoltrare una domanda di finanziamento ad un ente creditizio differente da quello dove si ha il proprio conto corrente.

  • Una volta inoltrata la domanda di prestito, l’ente creditizio coinvolto compie un’istruttoria, la cui durata dipende dalla soluzione di finanziamento richiesta e dal tipo di documentazione fornita da parte del cliente. Si ritiene una fase fondamentale, in quanto si determina l’approvazione o meno della richiesta. Le valutazioni che si compiono sono finalizzate unicamente a rilevare l’esistenza di una condizione economica in capo al cliente sufficientemente solida, che gli permetta si svolgere il piano di ammortamento senza incontrare ostacoli, comportando anche una diminuzione dei rischi che si assume chi eroga il capitale.

Quali sono i requisiti per ottenere un finanziamento?

Come si è anticipato ogni formula di prestito prevede la dimostrazione di possedere specifici requisiti. E’ possibile tuttavia delineare quelli che sono i titoli basilari, senza i quali risulterebbe complesso se non impossibile ottenere qualsiasi tipologia di finanziamento. Prima di tutto si deve essere maggiorenni ed avere un’età non superiore a settant’anni. Si deve in secondo luogo dimostrare di ricevere un reddito da lavoro e di trovarsi in una situazione patrimoniale stabile. Nel caso si fosse lavoratori autonomi o liberi professionisti, sarebbe indispensabile presentare la certificazione unica, da cui desumere la condizione reddituale del richiedente. In conclusione occorre vantare la titolarità di un conto corrente bancario.

  • In base a queste informazioni si riesce a comprendere se sia possibile dare vita ad un finanziamento o meno. L’obiettivo è rilevare che il cliente abbia una capacità di rimborso sufficiente, che gli permetta di sostenere il piano di rimborso. In base all’entità del salario si definiscono la durata del periodo di ammortamento e l’importo delle singole rate. Che di norma non deve andare oltre il 30% del valore netto dello stipendio. Nel caso non si potesse vantare il percepimento di un reddito da lavoro, l’ente creditizio coinvolto si troverebbe obbligato a richiedere ulteriori garanzie, come l’intervento di un fideiussore.

Le verifiche sull’affidabilità creditizia del cliente

Oltre alle verifiche descritte, prima di concedere il prestito, l’ente investito solitamente compie delle valutazioni riguardanti l’affidabilità creditizia del cliente. Quindi cerca di risalire alla sua condotta tenuta in occasione di prestiti ricevuti in passato. Inoltre è necessario conoscere se il richiedere sia sta segnalato come cattivo pagatore o iscritto nel registro dei protesti. Queste operazioni si compiono consultando il Crif, dove vengono custodite le varie informazioni riguardanti i ritardi o addirittura gli inadempimenti compiuti durante il piano di rimborso di un finanziamento. I cattivi pagatori sono incappati in un ritardo in occasione del pagamento di una o più rate, dunque la loro condizione è transitoria e rimediabile. I protestati invece sono risultati insolventi, dunque hanno compiuto un illecito che non è più possibile rimediare.

  • Nei confronti delle categorie menzionate la concessione di un prestito si ritiene più complessa se non addirittura esclusa. La situazione dei cattivi pagatori è meno grave, quindi esistono delle soluzioni di prestito apposite, sebbene nei loro confronti gravi l’obbligo di fornire maggiori garanzie. Anche per i protestati esistono delle possibilità, malgrado si tratti di finanziamenti contenuti, vincolati anch’essi all’esibizione di più garanzie del solito.

Le garanzie ulteriori

Qualora l’ente creditizio coinvolto non rilevasse la sussistenza dei requisiti richiesti si troverebbe costretto a chiedere delle garanzie ulteriori, che possono essere personali o reali. Nel primo caso sarebbe richiesto l’intervento di un terzo garante. Il quale si vincolerebbe (nei confronti di chi eroga il prestito) a subentrare nella posizione debitoria del garantito, qualora quest’ultimo si dimostrasse incapace di far fronte agli impegni contrattuali, in occasione dello svolgimento del piano di ammortamento. Nel secondo caso si dovrebbe offrire in garanzia un bene mobile o immobile, di titolarità del richiedente. In caso di insolvenza il bene verrebbe espropriato e venduto.

E’ possibile che si richiedano anche della garanzie accessorie, come la stipula di specifiche polizze assicurative. Tuttavia si considera un’azione facoltativa, a meno che non si proceda ad un finanziamento seconda la formula della cessione del quinto, dove risulta obbligatoria. Le garanzie di questo tipo rappresentano un tentativo di diminuire il rischio da parte di chi eroga il prestito.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO: Offerta non relativa alle eventuali finanziarie e/o banche citate nell'articolo ma trattasi di affiliazione pubblicitaria