Fedina penale sporca: si può fare richiesta di un prestito subito?

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La fedina penale è un certificato dove vengono raccolte le informazioni riguardanti le condanne penali (definitive), emesse nei confronti di determinati individui. Le notizie non riguardano coloro che sono coinvolti in un processo penale in corso. Coloro che hanno ricevuto delle condanne penali, espiando una pena detentiva, si definiscono pregiudicati. Quindi la loro fedina penale risulta macchiata, generando una serie di conseguenze negative. Che per lo più si manifestano nell’impossibilità di trovare occupazione all’interno della pubblica amministrazione e nella difficoltà ad essere ammessi all’interno di una dimensione lavorativa privata. Le Forze dell’Ordine, la Magistratura, la Pubblica Amministrazione e i datori di lavoro di aziende private possono consultare il certificato penale

La verifica di queste informazioni è effettuata dagli enti menzionati per diversi motivi. Da parte degli enti pubblici è necessario visionare la fedina penale allo scopo di far emergere la piena legittimità di un individuo a partecipare ad un concorso o ad assumere un incarico all’interno di qualsiasi ufficio della pubblica amministrazione. La prassi si ripete anche per controllare se un individuo che concorre per una carica politica sia in regola.

E’ possibile chiedere dei prestiti quando si ha la fedina penale macchiata?

La concessione di un prestito nei confronti di chiunque nella maggior parte dei casi risulta subordinata al possesso di una serie di specifici requisiti. Ci si riferisce al percepimento di un reddito da lavoro, alla possibilità di offrire determinate garanzie e al possesso della residenza in Italia. Inoltre si deve essere maggiorenni e non superare il limite di settantacinque anni. La richiesta ovviamente comporta la presentazione di una serie di documenti che, tra l’altro, devono comprovare l’identità di colui che richiede il prestito. La società finanziaria, la banca oppure l’istituto di credito, successivamente compiono una serie di verifiche, volte a rilevare se il richiedente non sia un cattivo pagatore o un protestato. In pratica viene compiuta una valutazione finalizzata a verificare l’affidabilità creditizia del potenziale beneficiario del finanziamento. Si può affermare che l’acquisizione di queste informazioni, nonché la pretesa che il richiedente abbia determinati requisiti, siano elementi fondamentali richiesti da qualsiasi ente creditizio.

  • Siccome ogni ente creditizio svolge una propria politica creditizia è possibile che richieda anche ulteriori garanzie e requisiti oltre a quelli canonici. In ogni caso risulta rara l’ipotesi per cui l’ente creditizio vada a controllare la fedina penale. E’ possibile dunque affermare che se fosse macchiata non sarebbe considerato un fatto discriminante. Le verifiche degli istituti sono finalizzate principalmente a rilevare se nel passato del richiedente emerga la sua capacità di eseguire il piano di ammortamento. E a controllare se il richiedente si trovi in una condizione reddituale adeguata, quindi che possegga un contratto di lavoro. Nondimeno le valutazioni dell’ente creditizio sono volte ad appurare che il soggetto coinvolto non abbia effettuato i pagamenti in ritardo o sia risultato persino inadempiente in occasione della ricezione di prestiti passati.

La confisca penale

A seguito di una condanna penale è possibile che il giudice decida di disporre anche delle misure di sicurezza. Si tratta di provvedimenti volti rendere prive di effetti delle situazioni potenzialmente pericolose. Le misure possono essere personali (detentive e non detentive) o patrimoniali. Quelle che si rivolgono al patrimonio del condannato si rientrano nella categoria della confisca. Che comportano l’espropriazione di quei beni che risultano legati alla commissione del reato e per cui è stata emessa una condanna. Di solito risultano come il profitto dell’azione penalmente sanzionata. Se tali beni restassero nella disponibilità del condannato potrebbero rappresentare un pericolo. Le misure ovviamente possono quindi comportare che il condannato non possa disporre del suo patrimonio.

La confisca può essere facoltativa oppure obbligatoria. Nel secondo caso risulta inevitabile emettere il provvedimento, in quanto i beni in questione si considerano il prezzo del reato. In pratica si tratta di un compenso ricevuto per la commissione di un reato. Alla stessa maniera i beni su cui si emette la misura possono aver rappresentato lo strumento per compiere il reato. La normativa contempla anche gli strumenti informatici, che siano serviti per la commissione del reato, nell’ambito dei reati informatici. Si ricorda che le misure possono risultare indispensabili ancor prima che venga disposta una sentenza di condanna.

E’ possibile richiedere un prestito con una confisca penale?

Nei casi in cui vengano disposti dei provvedimenti che comportano la confisca, l’ente creditizio, investito di una richiesta di prestito da parte di colui che rimane coinvolto dalla misura restrittiva, si trova costretto a non poter accogliere la domanda. A tal proposito si può affermare che l’erogazione di un prestito non viene mai concessa nel momento in cui il procedimento penale è in corso. O quando si emettono dei provvedimenti che rendono il patrimonio del probabile condannato indisponibile. In casi del genere in pratica non si rileva l’esistenza di una capacità di rimborso sufficientemente solida. Né si riscontra la possibilità che il richiedente possa offrire delle garanzie adeguate.

  • In ogni caso, qualora non si riscontri l’esistenza di misure di sicurezza sul patrimonio del condannato, nulla impedisce ad un ente creditizio di erogare un prestito. Perché le indagini che compie si indirizzano esclusivamente a verificare la capacità di rimborso del richiedente nonché la sua affidabilità creditizia. Si può dunque affermare che la presenza di una condanna penale nel passato del richiedente non sia un elemento in grado di impedire l’accesso al credito nelle formule ordinarie.

Considerazioni

Ogni ente creditizio segue una propria linea in merito all’accesso al credito. Per cui è possibile che alcune società finanziarie, banche o istituti di credito, non ammettano che si possa concedere un prestito nei confronti di colui che ha la fedina penale macchiata. Ma si tratta di scelte marginali, in quanto, come si è ribadito in diverse circostanze, non è un aspetto discriminante se l’ente creditizio venga a conoscenza della fedina penale sporca del richiedente. L’importante è che il pregiudicato non sia più in un regime di detenzione. Soprattutto è necessario che conduca una vita normale e possa avere un’occupazione solida. Nonché il possesso di tutti quei requisiti ritenuti di solito indispensabili ai fini dell’ottenimento di un prestito.

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