Cosa e come fare per richiedere e ottenere un prestito subito: spiegazione, istruzioni, consigli utili, guida passo per passo

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E’ necessario compiere una serie di importanti valutazioni prima di richiedere un prestito. Che comportano innanzitutto la verifica della propria situazione reddituale, in quanto è necessario trovarsi in una condizione economica adeguata, al fine di poter affrontare, senza particolari problemi, lo svolgimento del piano di ammortamento. In secondo luogo occorre vagliare quali sono gli enti creditizi che offrono le soluzioni più vicine alle proprie esigenze. Ed infine è opportuno considerare la tipologia di prestito più adatta a perseguire gli obiettivi prefissati.

  • Ciascuna formula di finanziamento si caratterizza per svolgersi secondo una procedura specifica, costituita da una serie di passaggi obbligati. Ciò nonostante è possibile riscontrare l’esistenza di sequenze comuni in ogni soluzione di prestito, inerenti spesso alle modalità di presentazione della domanda e all’esecuzione del piano di ammortamento.

Le varie tipologie di prestito

Prima di analizzare nello specifico le modalità attraverso cui si richiede un prestito e di menzionare i vari requisiti, che si devono possedere al fine di essere legittimati, è necessario ricordare quali sono le soluzioni di prestito che abitualmente sono offerte dagli istituti di credito. Una delle più utilizzate è quella che si definisce prestito finalizzato. Si distingue per essere un finanziamento vincolato all’acquisto di un determinato bene o servizio. Si aderisce a questa formula nel momento in cui si perfeziona l’acquisizione presso un rivenditore convenzionato. Nei confronti del beneficiario rimane  in seguito l’onere di eseguire il piano di rimborso in favore dell’istituto che ha erogato il prestito. Per quanto riguarda il prestito personale, si ritiene probabilmente la formula più diffusa. Si caratterizza per l’erogazione di un capitale a completa disposizione del richiedente. Egli quindi non deve motivare la richiesta né ha l’obbligo di usare il credito per acquisti determinati.

Un’altra soluzione molto diffusa è quella della cessione del quinto. Che tuttavia si ritiene praticabile, in modo esclusivo, da parte di coloro che sono lavoratori dipendenti all’interno di una struttura pubblica o di un’azienda privata. In pratica il rimborso avviene mediante una trattenuta mensile, compiuta sullo stipendio o sulla pensione del beneficiario, eseguita dal datore di lavoro o dell’ente previdenziale. Il cui valore corrisponde al prezzo della singola rata. L’entità della decurtazione tuttavia non è ammesso che superi il 20% del salario o della pensione calcolati al netto. Infine si annovera la soluzione della carta revolving. Si tratta di una variante del credito al consumo, grazie a cui è possibile compiere degli acquisti presso dei rivenditori convenzionati. L’importo utilizzabile e la durata della carta sono predeterminati. Anche la modalità di rimborso si conviene in sede di stipula con l’ente creditizio.

I requisiti per ricevere un prestito

Come si è accennato in precedenza, ogni formula di prestito prevede il possesso di una serie di requisiti e lo svolgimento del rimborso secondo i tempi e i modi decisi a livello contrattuale. Il più delle volte la legittimazione a chiedere una domanda di prestito deriva dal compimento della maggiore età e dal fatto di non aver superato abbondantemente i settant’anni. In secondo luogo è necessario dimostrare la ricezione di un reddito da lavoro. Quindi si deve avere un contratto di lavoro, possibilmente non precario, altrimenti l’ente creditizio si vedrebbe costretto a chiedere ulteriori garanzie prima di poter concedere il finanziamento. Si richiede inoltre la residenza all’interno del territorio italiano. Nel caso il richiedente fosse un extracomunitario dovrebbe presentare anche il permesso di soggiorno. Infine è indispensabile vantare la titolarità di un conto corrente bancario.

  • Al fine di dimostrare la propria condizione reddituale è opportuno presentare delle documentazioni che la certificano. In particolare si devono esibire le ultime buste paga oppure, nel caso si fosse un lavoratore autonomo, la certificazione unica dell’anno precedente alla presentazione della domanda. Da cui si possa rilevare il percepimento costante di un reddito da lavoro. Nei riguardi di chi è pensionato invece vige l’obbligo di presentare il cedolino della pensione. In ogni caso occorre consegnare un documento di identità e il codice fiscale. Qualora ci fossero altri finanziamenti in corso si avrebbe l’obbligo di comunicarlo all’istituto di credito. Normalmente non si tratta di un ostacolo. Nel senso che basta dimostrare di avere una capacità di rimborso adeguata e non dovrebbero sorgere dei problemi. Ma se ci dovessero essere più finanziamenti in corso, allora si potrebbe ricevere un diniego. In quanto non si garantirebbe l’ente creditizio riguardo la possibilità di affrontare il rimborso senza rischi.

Le valutazioni dell’ente creditizio

Una volta inoltrata la domanda di prestito, l’istituto di credito verifica la sussistenza dei requisiti soggettivi e l’affidabilità creditizia del richiedente. Per compiere quest’ultima valutazione è necessario che si passi al vaglio una serie di informazioni. Che vengono raccolte da parte di organi con il compito di raccogliere documentazioni riguardanti la condotta della clientela bancaria. Ci si riferisce in particolare alla Centrale Rischi, dove vengono registrati tutti gli eventi considerati critici, come i ritardi o gli inadempimenti, compiuti da parte della clientela in occasione dello svolgimento del rimborso di prestiti. Questo sistema informativo opera affinché ogni società finanziaria, istituto di credito o banca, possa avere accesso ai dati e rilevare se chi richiede un prestito non sia incorso in ritardi o inadempimenti nella restituzione di finanziamenti passati. E che non sia iscritto nell’elenco dei protestati o dei cattivi pagatori.

Le valutazioni che compie la banca sono di notevole rilevanza. Perché è costretta a mantenere sotto un livello di guardia gli eventi critici, da cui potrebbe scaturire la possibilità che i crediti erogati non vengano restituiti e finiscano per essere catalogati come deteriorati. Va ricordato che gli istituti di credito possono promuovere una serie di azioni legali volte a recuperare il credito. Ma in ogni caso si tratta di procedure che comportano una perdita economica, a causa del tempo che decorre e dell’eventualità che non si trovi completa soddisfazione. Si pensi ad esempio all’ipotesi che il debitore venga a trovarsi nella condizione di non disporre più di alcun bene, nei confronti del quale il creditore potrebbe rivalersi. Gli enti creditizi sono obbligati ad agire con cautela per evitare di imbattersi in eventi problematici. Di conseguenza cercano anche di calibrare il prezzo delle singole rate in base alla capacità di rimborso del richiedente.

Le polizze assicurative per i crediti

Nel momento in cui si concede un prestito si offre anche la possibilità di stipulare delle apposite polizze assicurative. Che proteggono il richiedente dal rischio di non poter più far fronte al debito, a causa dell’emersione di eventi inattesi, come la perdita del lavoro, l’insorgenza di una grave malattia, il decesso o qualsiasi fatto che impedisca il normale svolgimento del piano di rimborso. Si tratta di una procedura facoltativa, che tuttavia si ritiene opportuna, in quanto si da vita ad una salvaguardia valida anche per i familiari del richiedente. Il costo della polizza si determina in percentuale nel momento in cui si perfezione il contratto di prestito e viene addebitato in anticipo oppure ammortizzato in occasione del pagamento delle rate.

  • Nella maggior parte dei casi la stipula di una polizza si considera indispensabile quando si diviene beneficiari di una cifra molto elevata, nei confronti della quale è opportuno instaurare delle forme di tutela affinché si estingua il debito anche in situazioni problematiche. Nella formula della cessione del quinto la sottoscrizione di una polizza del genere è ritenuta obbligatoria. Serve a tutelare il beneficiario del prestito nel caso perda il lavoro e il proprio trattamento di fine rapporto non basti ad estinguere il debito.

Il rimborso anticipato e il diritto di recesso

Per legge si garantisce al beneficiario di un prestito l’estinzione del debito prima che si concluda il periodo di rimborso, stabilito a livello contrattuale. Di solito ci si trova in condizioni del genere nel momento in cui si beneficia di una situazione economica più florida. E si desidera interrompere il rapporto di debito nei confronti dell’ente creditizio. In molti casi tuttavia il destinatario del prestito si potrebbe trovare di fronte all’obbligo di pagare una penale, inserita originariamente nel contratto. Che in pratica rimborsa l’ente creditizio dei vantaggi economici di cui avrebbe potuto godere se il finanziamento fosse durato il tempo stabilito.

Per quanto riguarda il diritto di recesso è sempre garantito al beneficiario del prestito, senza l’obbligo di dover motivare la propria decisione e di pagare una penale. Si ritiene dunque legittimato a farlo purché faccia valere la sua volontà entro due settimane dalla stipula del contratto, altrimenti risulterebbe inefficace. E’ previsto poi che abbia a disposizione trenta giorni per restituire la somma di cui era divenuto beneficiario, con l’aggiunta degli interessi maturati.

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