Indice dei contenuti
- 1 Il fondo di garanzia
- 2 Le diverse tipologie di prestito
- 3 La richiesta del finanziamento
- 4 Gli effetti dell'accettazione della domanda
- 5 Considerazioni
Il prestito della Caritas è destinato a sostenere gli individui e le famiglie che per i motivi più disparati soggiacciono in una condizione disagevole e non hanno la possibilità di attingere ad una sicura fonte di sostentamento. Situazioni del genere si considerano particolarmente gravi, in quanto possono comportare l’impossibilità di avere la disponibilità dei beni primari. Il sostegno della Caritas può avvenire anche nella forma del micro credito, nei confronti delle piccole imprese che si trovano in difficoltà economiche. L’erogazione del danaro, in ogni caso, avviene in maniera indiretta. In quanto l’organismo pastorale si pone come un’entità garante nei riguardi dell’istituto di credito investito della facoltà di elargire il danaro.
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Il fondo di garanzia
La Conferenza Episcopale Italiana ha istituito il fondo di garanzia nel 2009, di concerto con l’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana. Il credito è costituito, oltre a risorse proprie dell’ente, anche di varie elargizioni compiute da parte di enti privati o di normali cittadini. In pratica il sistema consiste in un circuito in grado di autodeterminarsi: i vari prestiti, una volta restituiti, tornano a far parte del fondo e si considerano idonei per essere riutilizzati nel tentativo di tamponare una nuova situazione risultante particolarmente svantaggiosa.
Il prestito da parte della Caritas può essere sollecitato, come si è accennato in precedenza, da parte di varie entità. A proposito delle persone fisiche, lo possono richiedere tutti gli individui che si trovano in una condizione economica assai sfavorevole. Si parla dei disoccupati, degli inoccupati, dei precari e di coloro che sono sottoposti ad un regime di cassaintegrazione. Nonché le giovani coppie, che hanno difficoltà a costituire un nucleo familiare. Per quanto riguarda le piccole imprese, si ritengono idonee a richiedere il sostegno le entità che rientrano nelle seguenti fattispecie giuridiche: le società cooperative, le società a responsabilità limitata e le imprese individuali.
Le diverse tipologie di prestito
A seconda del tipo di entità che richiede il prestito si hanno diverse forme di credito. Che si possono sostanzialmente dividere in due categorie:
- Il credito fare impresa – Si tratta di un finanziamento concepito per essere eseguito in una sola occasione. La cifra massima che si può chiedere non può superare venticinquemila euro. La restituzione deve avvenire non oltre sei anni dall’erogazione. Ovviamente è ammessa la facoltà di restituire il danaro prima dei termini stabiliti. Il tasso di interesse sul finanziamento muta a seconda del credito elargito. In ogni caso non può risultare superiore al 4.5%
- Il credito sociale – Viene compiuto nei confronti delle persone che si trovano in uno stato di bisogno. Può avvenire sotto forma di finanziamento ad entità predisposte a realizzare una formazione professionale oppure per promuovere un’attività di lavoro autonomo. La cifra massima che è possibile ricevere non può essere superiore a settemila e cinquecento euro. La trasmissione del danaro avviene in sei rate bimensili e si deve restituire entro sei anni. Per quanto riguarda il tasso di interesse, anche in questo caso dipende dall’entità della elargizione. Comunque non può superare il 2.5%.
L’ufficio diocesano è incaricato a verificare la sussistenza dei vari requisiti richiesti per essere ritenuti idonei a ricevere il finanziamento. La procedura di valutazione avviene piuttosto velocemente, entro circa un mese dal deposito della pratica. Qualora vi fosse l’approvazione viene promossa l’azione dell’istituto di credito nelle forme e nei modi conformi al tipo di elargizione che si deve effettuare.
La richiesta del finanziamento
Coloro che desiderano ricevere il finanziamento sono obbligati a presentare una domanda presso gli uffici della Caritas Diocesana. Nel caso a fare la domanda fosse una persona fisica, dovrebbe prima di tutto munirsi di una certificazione ISEE. Che consiste in una attestazione riguardante la situazione economica di un individuo o di una famiglia, prendendo in considerazione l’entità del reddito e del patrimonio. In tale documento si deve ovviamente evincere la condizione economica di autentico disagio e quindi lo stato di bisogno del richiedente. Nel caso invece la richiesta provenisse da parte di chi soggiace in una situazione dove è presente un’invalidità oppure una malattia, si dovrebbe consegnare una certificazione che l’attesti, proveniente dall’Inps o dall’Asl competente territorialmente. Se invece la situazione problematica scaturisse dalla perdita di un lavoro, sarebbe indispensabile presentare i documenti che certificano tale condizione: la lettera di licenziamento oppure il termine di un contratto di lavoro.
Per quanto riguarda i requisiti richiesti alle imprese che desiderano ricevere il finanziamento, risultano in gran parte di carattere formale. In pratica su di loro incombe l’onere di dimostrare di essere regolarmente iscritte alla Camera di Commercio e di possedere una Partita Iva. In secondo luogo devono esibire tutta una serie di certificazioni che rappresentano la situazione patrimoniale della loro attività. Quindi il bilancio intero e quello degli ultimi anni. In ultima analisi devono garantire di trovarsi un una condizione fiscale e contributiva regolare. Nonché presentare un programma di rilancio della propria impresa, in grado di garantire una crescita effettiva.
Gli effetti dell’accettazione della domanda
Quando l’ufficio diocesano certifica la sussistenza di tutti i requisiti previsti dal regolamento dell’organismo, indispensabili al fine di ritenere idonea la domanda di prestito, si innesca un procedimento che conduce direttamente all’emissione del finanziamento, nei confronti della persona fisica o dell’impresa che ha promosso la richiesta. Nella maggior parte dei casi, una volta sollecitato l’istituto di credito, trascorrono circa due settimane prima di ricevere il prestito.
Si ricorda che le persone fisiche coinvolte nel processo di finanziamento o nell’ambito di un programma di reinserimento professionale nel mondo del lavoro, sono obbligate a fare una serie di incontri presso degli uffici della Caritas. Dove hanno l’onere di dimostrare l’evoluzione della propria condizione lavorativa. Dopodiché l’organismo diocesano deve trasmettere una sorta di rassicurazione all’istituto che ha emesso il credito, nel quale si devono esibire delle documentazioni che provano l’efficacia del finanziamento effettuato.
Considerazioni
I prestiti della Caritas, che siano effettuati nei riguardi delle persone fisiche o delle imprese, si considerano una soluzione assai efficace, nel tentativo di ripristinare una condizione economica svantaggiosa. Si tratta di situazioni purtroppo assai diffuse nel nostro Paese, dove risulta praticamente impossibile riuscire a riemergere soltanto con le proprie forze.
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