Prestiti subito a fondo perduto: spiegazione, a chi si rivolgono

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I prestiti a fondo perduto consistono in capitali concessi senza l’obbligo di restituzione. Quindi nei confronti di chi li eroga non si deve eseguire un canonico piano di ammortamento. Esistono diverse soluzioni, tuttavia, ciascuna delle quali si distingue per offrire determinate opportunità. Oltretutto ognuna prevede una particolare modalità di svolgimento. Alcune di esse stabiliscono che si debba restituire soltanto una parte del finanziamento. Perché si tratta di contributi costituiti da una parte di capitali a fondo perduto e la rimanente di un finanziamento a condizioni agevolate. Mentre alcune soluzioni prevedono che l’intero credito messo a disposizione sia concesso a fondo perduto.

  • I finanziamenti di questo genere provengono nella maggior parte dei casi da fondi stanziati a livello europeo, nazionale oppure regionale. E vengono messi a disposizione tramite l’organizzazione di appositi bandi. Si rivolgono il più delle volte a coloro che svolgono un’attività imprenditoriale, nonché a particolari categorie di individui. I quali si distinguono per trovarsi in condizioni di vulnerabilità economica.

Cosa si intende con la locuzione “a fondo perduto“?

La locuzione a fondo perduto rivela la peculiarità di questo genere di finanziamenti. Che si caratterizzano perché non prevedono la loro restituzione una volta concessi. Si ricorda però che nella maggior parte delle ipotesi, soltanto una parte dei contributi che si concedono (di solito la metà) si considera a fondo perduto, in quanto la rimanente si concede nelle modalità di un tradizionale prestito, seppur a condizioni agevolate. Nei cui confronti deriva l’obbligo di affrontare un classico piano di ammortamento. Come si è sottolineato all’esordio, esistono anche delle soluzioni che comportano l’erogazione dell’intero finanziamento a fondo perduto. In casi del genere la disponibilità del credito sarebbe totale, quindi non si avrebbe l’incombenza di sostenere, per una parte del finanziamento, il rimborso.

Al fine di ricevere dei finanziamenti a fondo perduto è necessario partecipare a dei bandi appositi. Ciascuna gara si rivolge a delle categorie professionali ben precise, per cui si prevede che coloro i quali desiderano partecipare posseggano dei requisiti determinati. Inoltre, ogni bando prevede l’esecuzione di una specifica procedura. Il più delle volte, dopo aver inoltrato la domanda nei tempi e nei modi previsti dal regolamento del concorso, si entra in una graduatoria. In seguito si svolgono una serie di verifiche, per poi scegliere quelle che si ritengono valide. Infine in base alla graduatoria vengono assegnati i finanziamenti, sino al termine delle risorse disponibili.

Chi eroga i finanziamenti a fondo perduto?

I finanziamenti a fondo perduto sono stanziati da enti pubblici. Nello specifico provengono dall’Unione Europea, dallo Stato oppure dagli enti territoriali. Di solito i capitali stabiliti a livello europeo e nazionale competono a Invitalia, ossia all’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che fa riferimento al Ministero dell’Economia. In pratica l’agenzia governativa organizza le gare, mediante cui e attraverso indirizza i capitali stanziati. Per poter partecipare è necessario iscriversi in un apposito portale telematico di Invitalia e compilare un modulo. Si tratta in gran parte di concorsi destinati a chi svolge attività imprenditoriali o si trova nelle condizioni di dover iniziare un esercizio. Quindi risulta indispensabile anche presentare un business plan, all’interno del quale è necessario descrivere capillarmente le idee che si intendono sviluppare e gli obbiettivi da conseguire.

Le singole domande si sottopongono dunque ad una verifica, effettuata da una commissione apposita, seguendo l’ordine cronologico di quanto sono state presentate. E’ possibile che al termine della procedura di accoglimento si debba sostenere anche un colloquio. Le diverse soluzioni cui ci si riferisca riguardano l’offerta di incentivi alle PMI, alle start-up, all’imprenditoria femminile e a chi svolge attività imprenditoriali nel mezzogiorno d’Italia o in aree svantaggiate del nostro territorio, come per esempio quelle colpite dai terremoti. Nonché per promuovere dei processi di autoimpiego. In generale si ritiene di notevole importanza compilare precisamente le domande, dimostrando il possesso dei vari requisiti richiesti. Alla stessa maniera è importante redigere il business plan in maniera esauriente, al fine di rendere agevole la sua interpretazione e soprattutto in grado di permettere di verificare la sua effettiva realizzabilità.

Nuove imprese a tasso zero

Tra i finanziamenti di cui si tratta, sebbene si tratti di prestiti agevolati e non di contributi a fondo perduto, si annovera la soluzione definita nuove imprese a tasso zero. Che si rivolge a sostenere tutte le neonate attività economiche operanti sul nostro territorio. Al fine di poter divenire beneficiari di questi finanziamenti è necessario dimostrare che la propria attività sia guidata in gran parte da giovani, aventi un’età compresa fra diciotto e trentacinque anni. Oppure che vi operino in gran parte donne. Un altro requisito fondamentale riguarda il periodo di attività delle nuove imprese, che non deve essere maggiore di un anno. Oltretutto si deve trattare di attività non sono sottoposte a procedure di liquidazione o fallimentari. Si ricorda inoltre che le imprese in questione non devono aver ricevuto altre tipologie di sostegni, provenienti da qualsiasi entità.

L’importo del finanziamento a tasso zero al massimo può arrivare a settantacinquemila euro, con l’obiettivo di permettere l’esecuzione di azioni che comportano il rilancio di attività operanti nel settore turistico, nella fornitura di servizi alle imprese o nella produzione di bene in ambito industriale, dell’artigianato o della trasformazione di prodotti provenienti dall’agricoltura. Ne possono beneficiare anche coloro che operano nel settore alberghiero e della ristorazione, nonché chi svolge le attività commerciali canoniche.

Resto al sud

Il finanziamento a fondo perduto in esame si rivolge a coloro che svolgono delle attività imprenditoriali nelle regioni meridionali del nostro paese. Ma si ricomprendono anche le regioni che sono state colpite dai recenti terremoti. Si considerano tuttavia delle soluzioni che comprendono due tipologie di incentivi: una parte a fondo perduto ed un’altra costituita da un prestito a tasso zero. Il complesso della cifra è ammesso che arrivi fino a duecentomila euro. Per quanto riguarda i requisiti, è necessario avere tra diciotto e quarantacinque anni, nonché risiedere in una delle regioni del sud Italia o in una di quelle colpite dal terremoto del 2016/17. Nel caso si avesse la residenza altrove, si avrebbe l’obbligo di  trasferirsi nelle regioni contemplate dalla regolamentazione, entro sessanta giorni dal momento in cui l’istanza si accoglie.

Si richiede anche di risiedere nelle zone menzionate per l’intera durata dell’incentivo. Nonché di avere la sede legale nei medesimi luoghi e di non spostarla durante tutto il corso della procedura. Si ricorda inoltre che chi beneficia della misura non deve risultare titolare di altra attività economica. Né deve essere coinvolto in un rapporto di lavoro dipendente all’interno di un’altra dimensione imprenditoriale.

Contributi a fondo perduto per fronteggiare l’emergenza pandemica

Allo scopo di sostenere coloro che si sono trovati a subire le conseguenze, a livello economico, delle misure restrittive, sono stati stanziati dei fondi da erogare come contributi a fondo perduto. In particolare modo con il decreto Ristori sono state individuate una serie di attività, che hanno subito le recenti conseguenze della seconda emergenza pandemica, di modo tale da concedere un sostegno economico per tamponare gli effetti negativi delle chiusure prolungate degli esercizi. L’Agenzia delle Entrate è stata di nuovo investita dell’obbligo di occuparsi della materia e di elargire i contribuiti a chi ne ha legittimità.

  • Le attività di cui si parla sono diverse. Si ricorda che gli effetti delle misure restrittive si riscontrano di nuovo. In quanto con il sistema delle colorazioni delle regioni, che si definiscono in base al livello di diffusione della pandemia, si determina che alcune di esse ricadano in condizioni di mobilità e commerciali estremamente limitanti, in molti casi in grado di compromettere l’esistenza di diverse attività.

Smart&Start 

La soluzione di cui si tratta riguarda la concessione di finanziamenti a fondo perduto, nei confronti di chi opera nello sviluppo di start up. Si tratta di attività che si distinguono per operare nell’innovazione. In pratica si concedono importi compresi tra centomila euro e non superiori a un milione e mezzo di euro. I beneficiari sono quindi imprese neonate, non di grandi dimensioni, anche straniere, che sono in fase di sviluppo da non più di cinque anni ed operano nel nostro territorio.

I contributi a fondo perduto ammontano a circa il 20% per le imprese che operano al sud Italia. Mentre il restante finanziamento risulta agevolato. Il prestito complessivo in ogni caso corrisponde al 70% delle spese finanziabili, con una durata massima di non più di otto anni. Si arriva fino all’80% nei casi in cui la start up risultino costituite soltanto da donne, oppure da giovani, con una età inferiore a trentacinque anni.

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