Indice dei contenuti
- 1 I prestiti Enpav
- 2 Il valore del prestito e il piano di ammortamento
- 3 Le garanzie
- 4 La presentazione della domanda
L’Enpav è l’Ente Nazionale di previdenza ed assistenza per i veterinari. Si tratta di una cassa concepita per garantire una tutela pensionistica nei confronti di questa categoria professionale. Ma l’organismo, oltre a gestire i contributi e tutto ciò che risulta inerente all’aspetto pensionistico, offre ai propri iscritti la possibilità di beneficiare di prestiti. Per poter esseri iscritti all’organismo occorre tuttavia vantare il possesso di una serie di requisiti.
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L’iscrizione all’Enpav si ritiene automatica non appena si è fa ingresso all’Albo professionale dei veterinari. Altrimenti si possono iscrivere coloro che esercitano la libera professione come lavoratori autonomi, eventualmente convenzionati con associazioni o enti, sia pubblici sia privati. Oppure chi svolge delle collaborazioni occasionali, anche come consulente tecnico in ambito processuale. L’iscrizione è ammissibile nondimeno da parte di chi svolge la professione non in maniera esclusiva. L’ingresso all’Ente si considera non obbligatorio ma facoltativo quando al compimento di sessantotto anni non sono ancora stati maturati trentacinque anni di contribuzione e si vogliono terminare i versamenti per avere il diritto alla pensione.
I prestiti Enpav
L’Enpav può erogare dei prestiti, unicamente nei riguardi dei propri iscritti. I quali tuttavia devono risultare in regola dal punto di vista dell’iscrizione e dei contributi pensionistici. Non è prevista invece un’anzianità minima per essere legittimati a chiedere il prestito. Ciò nonostante l’istanza, al fine di essere accolta, deve fondarsi sul tentativo di conseguire determinati obiettivi professionali. Che si riferiscono prima di tutto all’avvio e allo sviluppo della propria attività. In tal senso si considerano idonee le richieste di prestito per l’acquisto di attrezzatura veterinaria, valida anche per un uso esclusivamente ambulatoriale. Nonché la rilevazione di una serie di accessori adatti a corredare il proprio studio. Il prestito si può concedere anche per l’acquisto di un mezzo di locomozione, sebbene debba dimostrarsi che serva prevalentemente per svolgere la professione. In conclusione è ammesso richiedere dei finanziamenti utili a sostenere la propria formazione.
Il finanziamento si ritiene ammissibile anche quando si dimostra di avere bisogno di ristrutturare il proprio studio professionale o la casa dove si risiede abitualmente. Tra le motivazioni ammesse dall’Ente si annovera altresì il sopravvento di un evento traumatico: la malattia grave e l’obbligo di dover affrontare un delicato intervento chirurgico. Alla stessa maniera può beneficiare di un prestito, nei casi suddetti, chiunque appartenga al nucleo familiare del veterinario. Si ricorda che quando si correda la domanda di prestito non è possibile addurre più di una motivazione. Dunque il finanziamento si concede soltanto per concretizzare una delle aspirazioni elencate. Qualora il prestito venisse richiesto da parte di un associazione, il finanziamento si dovrebbe suddividere equamente tra i vari componenti che la compongono, in quanto si tratta di prestiti personali.
Il valore del prestito e il piano di ammortamento
Per quanto riguarda il valore del prestito, non deve mai risultare superiore al totale della spesa che si desidera sostenere. In ogni caso la cifra non può mai superare il limite cinquantamila euro. Mentre il piano di ammortamento è previsto che si esaurisca in un periodo massimo di sette anni, mediante il pagamento di rate trimestrali. Si considera praticabile anche la formula della cessione del quinto, seconda cui l’estinzione del debito avviene attraverso una trattenuta (ogni mese) di una parte del salario. La detrazione non può superare un quinto del valore netto dello stipendio.
- Relativamente al tasso di interesse cui viene sottoposto il piano di ammortamento, deve corrispondere a quello BCE vigente nel periodo in cui si eroga il finanziamento. Il tasso di riferimento deve poi essere diminuito di 0,50 punti.
Le garanzie
Il prestito si concede soltanto mediante la concessione di una garanzia, fatta salva l’ipotesi che si pratichi la formula della cessione del quinto, dove il salario su cui viene effettuata la trattenuta rappresenta una solida forma di rassicurazione nei confronti dell’Ente. Negli altri casi si deve procedere alla costituzione di una ipoteca di primo grado, che deve risultare un immobile di valore sufficiente. La sua proprietà inoltre è necessario che coincida con chi inoltra la richiesta o con il garante, nel caso se ne nominasse uno. Qualora entrasse un garante nella relazione fra l’ente e l’iscritto occorrerebbe formalizzare l’obbligo di un suo eventuale intervento, nelle ipotesi in cui il beneficiario del prestito risultasse inadempiente nel piano di restituzione.
- In relazione al valore del prestito l’Ente dispone la costituzione di specifiche forme di garanzia. Per quanto riguarda le cifre che non superano quarantamila euro si ammette che possano essere garantite mediante la procedura della cessione del quinto o la costituzione di un’ipoteca di primo grado. Ma è possibile anche far entrare un terzo nella relazione con l’Ente, che funga da garante di fronte ad una eventuale inadempienza del debitore. Qualora il finanziamento fosse superiore a quarantamila euro allora per il richiedente le possibilità diminuirebbero, vedendosi costretto soltanto a fornire una garanzia ipotecaria oppure seguendo la formula della cessione del quinto.
La presentazione della domanda
E’ possibile inoltrare la domanda in tre differenti contingenti. Per ciascuno di essi l’Ente stanzia fondi. All’interno di ogni contingente esistono due scadenze entro cui presentare l’stanza, che corrispondono all’ultimo giorno del primo e dell’ultimo mese del periodo cui si fa riferimento. Nel caso la domanda risultasse incompleta si avrebbe la possibilità di integrarla entro novanta giorni. Dopodiché si entra in una apposita graduatoria. Difatti un Comitato Esecutivo promosso dall’Ente valuta le singole richieste e le inserisce in una classifica. Coloro che non rientrano per l’esaurimento degli stanziamenti hanno la possibilità di partecipare al successivo evento.
Il Comitato Esecutivo forma due graduatorie, in base alla considerazione di una serie di criteri di valutazione. Innanzitutto si verifica il tempo in cui il richiedente risulta iscritto nonché la sua condizione contributiva. In secondo luogo si prende in esame la situazione extra professionale. Ossia viene rilevato se si trovi all’interno di un nucleo familiare. In caso affermativo il Comitato valuta il numero dei componenti della famiglia. Ogni elemento corrisponde a 0,5 punti. Gli altri parametri che si si prendono in considerazione si riferiscono invece all’anzianità del richiedente e ad altre condizioni legate alla sua particolare vita professionale.
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