Prestiti subito ex Inpdap: descrizione, vantaggi, cosa sapere

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L”Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica rappresentava il centro nevralgico attraverso cui veniva gestita la previdenza sociale dei dipendenti pubblici. Con il decreto legge del 6 dicembre 2011 (convertito in legge il 24 dicembre dello stesso anno), si è deciso di interrompere l’attività dell’Istituto. Di conseguenza tutte le sue funzioni sono state trasferite all’Inps. I dipendenti e i pensionati della pubblica amministrazione risultano quindi iscritti alla gestione ex Inpdap dell’Inps.

Nei confronti delle categorie in questione è concessa la facoltà di richiedere dei finanziamenti di vario genere. In ogni caso si caratterizzano per essere erogati a condizioni agevolate e mediante la formula della cessione del quinto. Che si manifesta attraverso un piano di rimborso compiuto in maniera automatica e con cadenza mensile sullo stipendio o la pensione del richiedente. L’operazione viene eseguita dal datore di lavoro o dall’Istituto di previdenza. L’importo tuttavia non deve mai essere superiore ad un quinto del valore netto del salario o della pensione. Dall’entità del salario o della pensione dipende a quanto possa arrivare il capitale in prestito.

Le tipologie di prestito ex Inpdap: il piccolo prestito

I generi di finanziamento di cui si tratta si possono suddividere in due categorie: i prestiti elargiti direttamente dall’Ente di previdenza sociale (provenienti dal Fondo Credito) e quelli rilasciati da banche, società finanziarie e istituti di credito, con cui l’Inps ha stipulato una convenzione. Alcune soluzioni sono di breve durata, altre invece si considerano dei prestiti pluriennali. Il piccolo prestito si distingue per essere erogato dall’Inps per incombenti e improvvise necessità. Il periodo di rimborso può avvenire entro uno, due, tre o quattro anni, a discrezione dei bisogni del beneficiario, mediante il pagamento di rate mensili costanti. Il tasso di interesse è quindi fisso ed il suo valore corrisponde a quello disposto nell’anno in corso. I beneficiari di tale formula si ritengono i dipendenti e i pensionati della pubblica amministrazione. Che risultano iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Il finanziamento non è finalizzato all’acquisto di specifici beni.

  • Per quanto riguarda l’importo, varia a seconda del valore dello stipendio o della pensione che percepisce il richiedente, come si è accennato in precedenza. In quanto con la cessione del quinto non è possibile imporre un prezzo delle rate superiore al 20% dell salario o della pensione. Qualora il beneficiario non avesse altre trattenute sullo stipendio o la pensione, sarebbe possibile alzare il capitale finanziabile.

Il prestito pluriennale diretto

Alla stessa maniera della tipologia di prestito appena esaminata, in questa formula l’erogazione del capitale viene eseguito dall’Inps. Si rivolge a coloro che possono vantare il possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e l’iscrizione alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. E’ necessario oltretutto dimostrare di aver maturato un minimo di quattro anni di anzianità di lavoro e altrettanti anni di versamenti. Coloro che invece hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, sono legittimati a chiedere la tipologia di prestito in esame soltanto presentando il trattamento di fine rapporto come garanzia. La durata del rimborso in quest’ultimo caso è ammesso che avvenga anche oltre la durata del rapporto di lavoro. Vi è tuttavia un’ulteriore incombenza da affrontare, in quanto il finanziamento si concede mediante la formula del prestito finalizzato. Quindi il capitale versato deve essere utilizzato esclusivamente per rilevare dei beni specifici.

L’istituto indica come deve essere speso il finanziamento. Tra le motivazioni più rilevanti si annovera l’acquisto di un automobile, di una casa, nonché la spesa da sostenere per le cure odontoiatriche, il matrimonio e la ristrutturazione di un immobile. A proposito dell’importo del finanziamento, dipende da ciò che il richiedente pone come motivazione. Le rate sono a tasso fisso. Quando si opta per la formula di cinque anni si viene sottoposti ad un piano di rimborso costituito di sessanta rate. Se si decidesse per la soluzione di dieci anni, invece, allora il rimborso consterebbe di centoventi rate mensili.

Il prestito pluriennale garantito

Alla stessa maniera della precedente formula, anche quella del prestito pluriennale garantito può avere una durata quinquennale o decennale. L’erogazione del prestito avviene da parte di istituti di credito o società finanziarie convenzionati, nei confronti dei quali l’Inps fa da garante, qualora il ricevitore del prestito risultasse inadempiente a seguito della perdita del lavoro o per colpa di una diminuzione del salario. I legittimati ad attivare la procedura sono i dipendenti della pubblica amministrazione. Che risultano regolarmente iscritti alla gestione unitaria per le prestazioni creditizie e sociali, ancora in attività e con un minimo di quattro anni di lavoro alle spalle. Il tasso di interesse, cui si viene sottoposti nel piano di rimborso, dipende dalla volontà della banca che concede il capitale.

  • La restituzione del prestito avviene anche in questo caso mediante la cessione del quinto. Oltre agli interesse e alle spese amministrative si devono pagare le spese di amministrazione, in favore dell’Inps. Si ricorda infine che l’istituto previdenziale offre ai propri clienti una serie di opportunità, rilevabili all’interno della piattaforma telematica,  in merito ai vantaggi garantiti dagli istituti di credito convenzionati.

Come si effettua la domanda?

I dipendenti pubblici o i pensionati che desiderano effettuare la richiesta di prestito, devono presentare una serie di certificazioni. Innanzitutto va sottolineato che l’stanza si effettua nei confronti dell’amministrazione di appartenenza. Quindi si deve rilasciare un attestato che documenti l’esistenza del rapporto di lavoro: la busta paga o il cedolino della pensione. Ed inoltre un certificato medico, dove si attesta la sana e robusta costituzione del richiedente. La visita non deve risalire, tuttavia, a quarantacinque giorni prima del deposito della domanda.

  • Al beneficiario del prestito, a prescindere dalle varie formule che intende praticare, è concessa la possibilità di estinguere il debito prima dei tempi stabiliti. In pratica gli viene permesso di versare in un unica tranche l’importo mancante. Ciò nonostante il beneficiario deve restituire la quota elargita per il fondo rischi. Non è possibile praticare una nuova cessione del quinto prima di un anno né rinnovarne una in corso prima di due anni, nel caso si decidesse di estinguere il debito in anticipo.

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