Prestiti subito per l’imprenditoria femminile: richiesta, preventivo, esempi di rate, tipologia di finanziamento

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La legge 215 / 1992, dal titolo Azioni positive per l’imprenditoria femminile, disciplina una serie di procedure volte a sostenere l’imprenditoria femminile. In quanto nell’ambito della concorrenza si considera una categoria ancora particolarmente vulnerabile. che spesso si trova a dover fare i conti con numerose difficoltà nel tentativo di emergere. Gli ostacoli si manifestano anche nella richiesta di finanziamenti, spesso concessi a condizioni poco favorevoli e persino vessatorie. Le misure previste dalla norma sono concepite anche per rendere l’imprenditoria femminile facilitata nell’accesso al credito.

Che cos’è un’impresa femminile?

Per considerarsi tali le imprese femminili devono dimostrare il possesso di una serie di requisiti fondamentali, relativi al tipo di forma giuridica scelta e mediante cui si esercita l’attività, al settore in cui si opera nonché al numero di donne che vi operano. La legge indica che le aziende femminili, al fine di venire riconsiderate nella disciplina, devono operare nell’ambito del settore manifatturiero, dell’agricoltura, del turismo e dei servizi. Per quanto riguarda la presenza femminile e il ruolo che debbono ricoprire, per ogni forma giuridica che riveste un’attività gestita da donne, la legge indica le proporzioni da rispettare e quali ruoli di comando debbano essere di pertinenza femminile

  • Nelle ditte individuali è necessario che la titolarità ricada su una donna. Mentre nelle società di persone e in quelle cooperative si deve rilevare che almeno il 60% dei soci siano donne. Per quanto riguarda la società di capitali invece occorre che i due terzi delle quote siano femminili. Alla stessa maniera si deve riscontrare la medesima proporzione all’interno dell’organismo di amministrazione della società. L’imprenditoria femminile legittimata a divenire beneficiaria delle agevolazioni previste in ambito normativo, ha l’onere di dimostrare la necessità di avviare un’attività imprenditoriale o  di pianificare una serie di interventi volti a migliorare, a sviluppare a ad innovare un’impresa già costituita.

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile

Tra le possibilità praticabili da parte delle imprenditrici donne, si annovera la partecipazione ai bandi promossi da Invitalia. Che sono organizzati con dei fondi stanziati a livello europeo, nazionale o regionale, nella maggior parte dei casi allo scopo di favorire lo sviluppo di categorie svantaggiate. Il progetto nuove imprese a tasso zero è una soluzione elaborata appositamente per le donne imprenditrici e per i giovani. Che si trovano in un’età compresa tra diciotto e trentacinque anni, il cui obiettivo preminente è avviare un’impresa o migliorarne una già esistente. La partecipazione è ammessa in ogni zona del territorio italiano. Il finanziamento è a tasso zero ed è concepito per coprire fino al 75% del progetto imprenditoriale che si desidera conseguire. L’importo massimo del prestito arriva ad un milione e mezzo di euro. Per quanto riguarda il piano di rimborso, è previsto che si realizzi entro un periodo di otto anni, mediante il pagamento di rate semestrali. La partecipazione al bando prevede la compilazione di una domanda, all’interno della quale è necessario vantare il possesso di determinati requisiti previsti dalla legge.

  • Nello specifico occorre dimostrare di essere una micro o una piccola impresa, con la forma giuridica di una società e quindi non di ditta individuale. Deve trattarsi di una attività appena sorta (tra la presentazione della domanda e la costituzione della società non devono trascorrere più di 45 giorni), o con almeno un anno di esercizio alle spalle. Si deve inoltre fornire un business plan, che risulti il più possibile esauriente, in grado di dimostrare la realizzabilità del proprio progetto imprenditoriale. Si ritiene nondimeno rilevante la rapidità mediante cui si correda si invia la domanda. Perché la valutazione prende in considerazione anche il momento in cui viene depositata l’stanza, in quanto i fondi stanziati col passare del tempo si esauriscono. E’ necessario ricordare anche l’esistenza di bandi che erogano finanziamenti a fondo perduto. Tali soluzioni si distinguono per concedere la metà del capitale senza necessità di effettuare il rimborso e l’altra metà sottoposta ad un tradizionale piano di ammortamento.

Il microcredito

Nei confronti dell’imprenditoria femminile è concessa anche la possibilità di accedere al microcredito, grazie a cui è possibile beneficiare di una serie di agevolazioni. Le procedure da seguire sono state elaborate, a seguito di un lavoro di equipe, dal Ministero del Lavoro e L’Ente Nazionale per il Microcredito, con lo scopo principale di facilitare l’accesso al credito all’imprenditoria femminile. Che in condizioni di normalità non troverebbe un adeguato sostegno, trovandosi molto spesso a dover sopportare tassi di interesse elevati e richieste di garanzie eccessivamente onerose nonché importi non sufficienti per conseguire l’obiettivo imprenditoriale. La funzione preminente del microcredito è permettere l’accesso al credito alle categorie più vulnerabili che operano in un contesto concorrenziale. La particolarità di questi finanziamenti è che non devono essere concesse particolari garanzie.

  • Ne possono beneficiare le attività autonome, neonate o già esistenti, che si vogliono ampliare. Possono risultare società di persone, società cooperative, persone fisiche e srls. L’importo massimo erogabile è solitamente di venticinquemila euro. La domanda di prestito deve essere presentata presso un istituto di credito in convenzione con l’Ente nazionale per il Microcredito. E’ necessario tuttavia offrire degli elementi della propria attività al fine di rendere attendibile la richiesta. Si deve quindi presentare un progetto imprenditoriale, che risulti innovativo ed efficace. Di solito la valutazione della domanda spetta ad un consulente della banca. Relativamente al piano di ammortamento, si prevede che si compia in un periodo che va da due a cinque anni, con un piano rateale sottoposto ad un tasso fisso.

Il Fondo di Garanzia per le PMI

Il Fondo di Garanzia è uno strumento governativo e dell’Unione Europea, concepito per aumentare le probabilità di ottenere un finanziamento, da parte delle piccole e medie imprese. Ne possono usufruire anche i professionisti che risultano iscritti negli ordini professionali di riferimento o che fanno parte di associazioni riconosciute dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il fondo in pratica si fa garante nei riguardi dell’istituto di credito che decide di erogare il prestito. Di conseguenza chi concede il prestito non si trova a dover affrontare particolari rischi. Il Fondo di garanzia nei confronti dell’imprenditoria femminile ha congegnato delle misure ancor più agevolate. Che consistono in una facilitazione delle procedure di attivazione della garanzia. Si tratta di agevolazioni che permettono di velocizzare le pratiche burocratiche, di risultare esentati dal pagamento del ticket per avere accesso al fondo e di prenotare direttamente.

  • Per quanto riguarda la garanzia può essere concessa secondo tre formule differenti: La garanzia diretta – Con questa soluzione di ottiene l’80% della copertura su ciascun finanziamento. La controgaranzia – La copertura è dell’80% del capitale garantito dal un confidi o differente fondo, purché la garanzia venga concessa in una misura non superiore all’80%. Infine vi è La co-garanzia, ossia una sintesi delle due formule precedenti.

La richiesta per accedere al Fondo di Garanzia

Per inoltrare la domanda di accesso al Fondo, il percorso canonico prevede la compilazione di un apposito modulo da inviare preferibilmente tramite una casella di posta elettronica certificata. Dopodiché il comitato di gestione del Fondo sottopone ad una valutazione il documento, al fine di rilevare se sussistano i vari requisiti previsti dalla legge e concedere la legittimazione. Nel caso fosse ammessa la richiesta, sarebbe possibile attivare una procedura di prestito presso una banca, un intermediario finanziario o un istituto di credito. Per le imprese femminili è ammesso anche rivolgersi direttamente a chi eroga il prestito. Che poi sollecita l’intervento del comitato di gestione.

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