Indice dei contenuti
- 1 Le tipologie di prestito
- 2 I prestiti personali
- 3 Le carte di credito revolving
- 4 Il consolidamento debiti
- 5 L'insolvenza
Il prestito consiste nella erogazione di un determinata somma di danaro, da parte di una banca o di un istituto di credito, nei confronti di un soggetto privato che ne ha fatto richiesta. Al quale, di contro, corrisponde l’obbligo di rimborsare il prestito ricevuto mediante il pagamento di rate mensili. Il periodo di restituzione varia in base alle soluzioni di prestito che si scelgono e a ciò che si è pattuito con la banca. Colui che fa richiesta di finanziamento viene sottoposto ad una serie di controlli prima di ricevere il credito. Che riguardano principalmente la sua situazione economica e lavorativa, con l’obiettivo di rilevare eventuali condizioni critiche, in grado di provocare il ritardo o addirittura il mancato pagamento di una o più rate. Il finanziamento può essere richiesto anche mediante la figura di un garante, sul quale ricadrebbero le conseguenze dell’inadempienza del richiedente.
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Dal punto di vista giuridico il prestito si compone di una serie di elementi fondamentali, la cui presenza è riscontrabile in ogni soluzione:
- L’entità della somma concordata per il finanziamento. La cui erogazione avviene nei confronti del soggetto richiedente, previo accertamento della sua situazione economica e lavorativa.
- Il periodo entro cui deve avvenire la restituzione della somma e quindi la durata del piano rateale.
- Il tasso annuo nominale. Che indica il tasso di interesse che gli istituti finanziari applicano alla cifra lorda del prestito.
- Il tasso annuo effettivo. Ossia l’indicatore del costo complessivo dell’operazione per il debitore. Che si calcola prendendo il considerazione gli interessi e le varie spese.
Le tipologie di prestito
Il prestito cui si fa richiesta presso un istituto di credito può essere di due generi: il prestito non finalizzato o il prestito finalizzato. Nell prima soluzione la somma di danaro viene elargita direttamente al richiedente. Su di lui non incombe l’obbligo di rilevare un particolare bene, quindi può disporre del credito liberamente. Nel prestito finalizzato invece il finanziamento viene erogato nei confronti di colui che aliena il bene. Dunque esiste una relazione negoziale tra il venditore e il cliente, che si compie nell’acquisto del bene. Ed un’altra, fondata sul contratto di finanziamento, composta dal cliente e l’istituto di credito. Nei confronto dell’ente erogatore del prestito il richiedente deve corrispondere un rimborso, da effettuare ratealmente e sottoposto ad interesse, della somma ricevuta. Entrambe le fattispecie rientrano nella disciplina del credito al consumo. Che consiste nell’erogazione di un credito per sostenere l’acquisto di beni e servizi. In particolare quando si ha il bisogno di sostenere la propria attività lavorativa o la propria famiglia. Il prestito è quindi concepito per supportare la spesa corrente e non per integrare eventuali operazioni di investimento. Chi riceve il danaro di conseguenza non può essere un ente oppure una società.
Allo scopo di poter beneficiare del credito al consumo si ritiene indispensabile esibire una serie di garanzie nei confronti dell’istituto di credito. Le principali rassicurazioni riguardano l’esistenza di un salario ricevuto regolarmente ogni mese e una condizione economica stabile. Inoltre il richiedente non deve risultare all’interno della lista dei cosiddetti cattivi pagatori. Che si riferisce al mancato rimborso di una o più rate in occasione di passati contratti di prestito. Dopodiché si procede alla concessione del finanziamento, nelle forme e nei modi che si pattuiscono.
I prestiti personali
All’interno della categoria dei finanziamenti non finalizzati si trova la fattispecie cui si ricorre maggiormente: il prestito personale. Lo può richiedere ogni individuo maggiorenne, che non abbia superato la soglia di settanta anni. Sotto il profilo dei requisiti chi desidera ricevere il finanziamento deve dimostrare di essere in grado di rimborsare il credito. Quindi deve possedere un contratto di lavoro, attraverso cui percepisce uno stipendio mensile. Nonché vantare il cosiddetto merito creditizio, che si misura in relazione al comportamento tenuto dal richiedente in occasione della ricezione di prestiti nel passato. Quindi si deve rilevare la correttezza e la regolarità manifesta in occasione del pagamento delle rate nei termini previsti. Il valore del finanziamento può arrivare ad un limite di settantacinque mila euro. Come si è accennato in precedenza, sebbene si possa disporre liberamente del credito, si deve rispettare la finalità prevista per questa tipologia di finanziamenti, che sono destinati al consumo. Quindi si devono realizzare degli acquisti utili a supportare le necessità individuali o quelle di un’intera famiglia. Ci si riferisce alla rilevazione di elettrodomestici, di un auto, di un ciclomotore oppure di corsi di formazione.
Il prestito personale, richiesto da parte dei dipendenti pubblici o privati, nonché da parte dei pensionati, può avvenire mediante la formula della cessione del quinto. Che consiste nell’obbligo di restituzione del prestito mediante la cessione mensile di un quinto del valore netto del proprio salario. La procedura deve avvenire in un periodo stabilito contrattualmente. In molte circostanze il datore il lavoro o l’istituto di previdenza sociale trattengono dal salario o dalla pensione del richiedente la rata concorda, dirottandola all’ente che ha posto in essere il finanziamento. La giurisprudenza ammette che si possa realizzare a breve oppure a lungo termine, nei confronti di tipologie di beni che non devono essere riportati nella domanda di prestito. Si considera un metodo conveniente sia per l’istituto di credito sia per il beneficiario. In quanto chi eroga il finanziamento riceve delle garanzie solide in merito al rimborso, visto che proviene direttamente dallo stipendio del richiedente. Quest’ultimo invece, ostentando tali garanzie, può rassicurarsi sulla quasi certezza di ricevere il prestito.
Le carte di credito revolving
Tra i prestiti non finalizzati rientra anche la soluzione della carta di credito revolving. In pratica l’istituto di credito concede, a chi fa istanza di ricevere un prestito, la possibilità di disporre di un credito, previa valutazione della condizione economica e lavorativa in cui versa. Nel caso le garanzie fossero solide allora si potrebbero richiedere anche delle cifre elevate. In pratica i pagamenti effettuati con questa carta estinguono immediatamente il rapporto di debito con il venditore, ma lo mantengono nei riguardi dell’istituto di credito. Che esige il pagamento di rate mensili, in un periodo concordato.
Questo percorso è semplice da porre in essere, in quanto privo di tutta una serie di incombenze burocratiche. Tuttavia, comporta l’obbligo di sopportare dei tassi di interesse alquanto elevati, superiori di molto a quelli cui di norma si è obbligati a soggiacere quando si da vita ad altre soluzioni di prestito. Tutto ciò si verifica perché la banca percepisce gli interessi soltanto in occasione delle spese effettuate dal richiedente. Per questo motivo l’istituto di credito ha la facoltà di esigere una cifra annuale extra.
Il consolidamento debiti
Di recente è stata introdotta una soluzione di prestito volta a scongiurare la possibilità che un soggetto privato, o un nucleo famigliare, possa risultare in difficoltà di fronte al cumulo di rate da pagare. Questa soluzione consiste in un prestito destinato a tutelare una condizione debitoria. La somma richiesta alla banca viene in pratica contrattata di nuovo, a rate e tempistiche meno opprimenti. Per procedere a questa soluzione è tuttavia indispensabile che i debiti siano sottoposti ad un regime dove si concede l’estinzione antecedente ai termini pattuiti.
La procedura in esame rappresenta un vantaggio, visto che permette di riemergere da situazioni potenzialmente pericolose, dove, per i motivi più disparati, si sono intrapresi diversi percorsi di prestito e ci si trova a dover pagare più rate, magari negli stessi periodi. Con il consolidamento debiti si pattuisce di estinguere il debito in un periodo compreso fra uno e otto anni, ad una cifra minore rispetto alla somma dei vecchi prestiti. La banca che decide di accettare la richiesta si fa carico dei debiti precedenti e diventa l’unica creditrice nei confronto di colui che riceve il finanziamento.
L’insolvenza
Colui che riceve il prestito da parte dell’istituto di credito, a prescindere dalla soluzione intrapresa, deve dimostrarsi in grado di mantenere gli impegni presi e quindi di attenersi alle disposizioni del piano rateale. In quanto un semplice ritardo nel rimborso di una rata può comportare l’inadempienza del richiedente, con tutta una serie di conseguenze svantaggiose. Nel caso ci fosse un terzo garante dovrebbe intervenire e fare in modo di rimborsare la rata non pagata, eventualmente sottoposta ad un interesse maggiore. Il rischio principale è quello di venire inscritti in una sorta di lista nera, tra i cattivi pagatori. E di non poter più offrire delle solide garanzie qualora decidesse di richiedere un nuovo prestito.
E’ utile ricorda che qualora si corresse il pericolo di ritardare o persino di mancare il pagamento di una o più rate, si dovrebbe comunicare all’istituto di credito questa possibilità. In quanto esistono diverse soluzioni per non incorrere nell’inadempienza.
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