Indice dei contenuti
- 1 Quali sono le normative di riferimento
- 2 E se non vengono rispettate le condizioni previste?
- 3 Come stipulare il contratto per il prestito infruttifero
- 4 Il ruolo delle raccomandate incrociate in un prestito infruttifero
Il prestito infruttifero avviene tra due privati, in genere legati da un rapporto di parentela oppure soci in una stessa azienda o cooperativa. Infatti la somma di denaro viene prestata deve essere restituita entro la data stabilita dal contratto, tuttavia questa soluzione si caratterizza per l’assenza di interessi.
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Di conseguenza il debitore deve restituire soltanto l’importo iniziale. L’operazione viene chiusa quando si verifica un movimento in uscita dalle finanze del debitore (e uno in entrata per il creditore) che ammonta alla somma oggetto del prestito infruttifero. Il rimborso può avvenire in un’unica soluzione oppure in più rate a seconda di quanto previsto dal contratto. In quest’ultimo caso si può parlare di mutuo infruttifero.
Si ricorda che in alcuni casi non è prevista una data di rientro del denaro, ma ciò spetta alle disponibilità economiche della persona che ha ricevuto il prestito. In genere ciò avviene quando i due soggetti sono legati da un vincolo di parentela di primo grado. La restituzione viene sempre prevista, altrimenti si deve parlare di regalia oppure di donazione. Per le sue caratteristiche il prestito infruttifero può essere definito anche come prestito personale infruttifero, finanziamento infruttifero, prestito a titolo grazioso, prestito grazioso, prestito senza interessi oppure prestito gratuito.
Quali sono le normative di riferimento
Il prestito infruttifero e le modalità che può assumere sono definite per legge, in particolare dall’articolo 1813 del Codice Civile. Di conseguenza questo tipo di finanziamento deve essere:
- occasionale. Il prestito avviene una volta sola e non essere ricorrente;
- regolato da un contratto scritto. Si tratta di un sistema che risulta essere molto utile ai fini certificativi e giustificativi;
- rispettare la soglia massima fissata, pari a 3.000 euro. Il prestito infruttifero può riguardare anche una somma superiore, tuttavia in questo caso l’operazione deve essere compiuta tramite intermediario abilitato, cioè un istituto bancario;
- il trasferimento di denaro avviene tramite assegno oppure bonifico bancario o postale. In genere si preferisce il bonifico, comunque è necessario indicare che si tratta di un prestito infruttifero nella causale utilizzando la dicitura corretta. In questo modo non solo l’operazione risulta essere tracciabile, ma si possono evitare problemi durante eventuali accertamenti fiscali. Le soluzioni migliori sia per quanto riguarda l’erogazione che la restituzione consistono nel riportare la somma del finanziamento e la data riportata sul contratto oppure l’importo in questione e la scrittura privata di riferimento. Tuttavia bisogna indicare a quale tipologia appartiene la transazione;
- bisogna conservare tutta la documentazione attestante l’intera operazione, cioè sia l’erogazione che la restituzione dell’importo per almeno 6 anni.
E se non vengono rispettate le condizioni previste?
Nel caso in cui non vengano rispettate le disposizioni previste dalla normativa si rischia che la transazione venga interpretata erroneamente oppure assumere l’aspetto di:
- prestito usuraio, che si configura come un reato;
- un’operazione che contravviene alle norme antiriciclaggio, considerato un reato;
- un prestito infruttifero se nel contratto oppure nella causale del bonifico non è stato specificato espressamente che si tratta di una modalità senza interessi. Infatti il prestito fruttifero va dichiarato al Fisco indicandolo all’interno della dichiarazione dei redditi perché il creditore guadagna dall’aver prestato il denaro a un altro soggetto.
Un aspetto da tenere a mente è che l’uso di forme tracciabili come il bonifico bancario e l’assegno consente di dimostrare facilmente, a fronte di un controllo, le modalità e le caratteristiche della transazione, oltre che la provenienza del denaro stesso.
Infatti, quando si parla dei versamenti sul conto corrente, esiste l’inversione dell’onere della prova. Secondo quanto stabilito dal DPR 600/1973 ogni accredito di denaro sul conto corrente viene considerato a priori come un reddito oppure un ricavo in assenza di prova contraria. Di conseguenza è soggetto a tassazione e accertamenti. Spetta al contribuente stesso fornire la prova documentale che la somma in questione risulta essere un prestito infruttifero oppure la sua restituzione e non una qualche forma di reddito.
Come stipulare il contratto per il prestito infruttifero
Per regolare il prestito infruttifero e le modalità della restituzione è bene che le due parti coinvolte (chi eroga la somma di denaro e chi che la riceve) stipulino una scrittura privata in tal senso. Il documento deve contenere tutti i dati che consentono di identificare in maniera univoca l’operazione e i due soggetti.
Tra questi si ricordano:
- i dati identificativi delle due parti (creditore e debitore), cioè nome e cognome, codice fiscale, luogo e data di nascita;l’importo di denaro oggetto del trasferimento;
- la definizione che si tratta di un prestito infruttifero e quindi non viene prevista l’applicazione di interessi di alcun genere;
- i tempi e le eventuali modalità di restituzione. Spesso viene privilegiato il bonifico bancario;
- le eventuali conseguenze in caso di mancata restituzione. In alcuni casi vengono previste condizioni aggiuntive, ad esempio la possibilità di una proroga riguardante i tempi per il rimborso oppure il versamento di una penale. Tuttavia non bisogna mai includere l’applicazione di interessi in caso di mancata restituzione del prestito oppure di ritardi nel rimborso.
Il ruolo delle raccomandate incrociate in un prestito infruttifero
Infatti questa causale trasforma il prestito da infruttifero in fruttifero, con tutte le conseguenze relative, prima fra tutte la necessità di dichiarare al Fisco l’operazione.
Tutte le pagine devono essere firmate sia dal creditore che dal debitore. Inoltre nel’ultima pagina deve essere presente la sottoscrittura di entrambe le parti e la data della firma. Sempre per avere la prova documentale della stipula del prestito infruttifero è bene adottare il sistema delle raccomandate incrociate con ricevuta di ritorno.
Il soggetto che eroga il prestito deve inviare a chi riceve la somma di denaro una raccomandata con ricevuta di ritorno con la scrittura privata del prestito infruttifero, redatta seguendo le indicazioni di legge e firmata. A questo punto il debitore controfirma la scrittura privata, accettandola, e la rinvia al mittente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Questo sistema consente di avere un’ulteriore prova della data certa del prestito infruttifero nei confronti del Fisco e dell’altra parte.
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